ARCHITETTURA DEL BENESSERE
Un nuovo progetto in collaborazione con il Centro Obesità e Nutrizione Clinica di Villa Igea
C'è uno stretto e profondo legame tra spazio abitativo e qualità del benessere. L’Architettura del Benessere progetta, costruisce o semplicemente rinnova lo spazio di casa (e di lavoro) da un punto di vista molto profondo, in quanto verifica in che modo l’ambiente, esterno ed interno, influenza la percezione psico-emozionale dell’uomo attraverso la reazione che il corpo invia in risposta a determinati elementi presenti nello spazio abitativo (lavorativo). Ad esempio: ti è mai capitato di entrare per la prima volta in uno spazio nuovo e di sentire “a pelle” se l’ambiente ti piaceva oppure no? Questa classica sensazione "a pelle" (che funziona anche tra le persone) parla direttamente alla nostra parte più intuitiva e percettiva (si dice una reazione di “pancia”), prima ancora che la mente pensante possa aver fatto un ragionamento a riguardo! Se la sensazione è positiva, il tuo corpo si rilassa, se la sensazione è negativa il tuo corpo si contrae e inconsapevolmente si pone in una posizione di difesa o di fuga per consentirti di metterti al sicuro e protetto. Tali reazioni avvengono inconsapevolmente. L’Architettura Olistica, attraverso i suoi strumenti quali il Feng Shui (Psicologia dello Spazio) e il Decluttering (Rimozione del Superfluo), decodifica quali sono gli elementi concreti dello spazio, che recepiti dai recettori dei tuoi 5 sensi, vengono trasformati in sensazioni e percezioni che possono farti sentire tranquillo e a tuo agio o viceversa ti creano una reazione di chiusura e contrazione fisica, tenendoti in allerta. Questi elementi concreti sono chiamati anche analogici e sono i colori, le forme, i materiali, gli elementi strutturali della stanza, la qualità della temperatura, la qualità dell'illuminazione, tipologia di arredo, i suoni, gli odori, l’ordine, gli accumuli, la tipologia dei tessuti, la proporzione tra pieni-e-vuoti, gli elementi naturali e artificiali del paesaggio e molto altro.
Il progetto realizzato presso il Centro Obesità e Nutrizione Clinica Di Villa Igea ha come obiettivo quello di portare il decluttering all’interno dell’ambito sanitario.
Silvia Ruffilli, Operatrice Olistica Professional, ed Elisa Santi, Architetto, titolari dal 2012 dello Studio Archibenessere, hanno dato vita a un esperimento ambizioso e innovativo: proporre il decluttering come formazione ai pazienti del centro di obesità e nutrizione clinica di Villa Igea.
Il primo contatto è stato con la primaria, dott.ssa Valeria Zaccheroni, una persona attenta alle relazioni umane, che ha subito colto il nesso tra il corpo e la casa, la casa come “corpo espanso”; la dottoressa ha subito capito come un ambiente trascurato, male organizzato, disordinato, poco pratico da vivere e da godere, sia in grado di influenzare i nostri stati d'animo e le emozioni che sono un fattore importante anche nella cura del sovrappeso. In quel primo incontro abbiamo illustrato che il nostro intervento in struttura sarebbe stato di tipo informativo per sensibilizzare le persone a lavorare anche sulla qualità dell'ambiente vissuto ogni giorno, una volta dimessi dalla struttura. A seguire vi è stato l’incontro con i due psicologi di clinica, dott.ssa Debora Battani e il dott. Gian Luca Cesa, con i quali invece abbiamo parlato nel dettaglio dei contenuti da esporre ai pazienti per capire in che modo strutturare e modulare l'incontro, entrambi sono presenti durante gli incontri, e la loro presenza è fondamentale, infatti sono i loro interventi che meglio chiariscono come le dinamiche psicologiche ed emozionali si riflettano tanto nel corpo quanto nello spazio.
Presso il Centro Obesità e Nutrizione Clinica di Villa Igea i pazienti effettuano incontri di sensibilizzazione sulla tematica corpo e casa insieme agli psicologi della struttura. L’esperienza permette di confermare l’ipotesi di partenza, cioè che la casa che scegliamo per vivere la nostra quotidianità ci assomiglia. La nostra casa è la nostra seconda pelle in quanto è la proiezione del nostro sistema corpo-mente in uno spazio circoscritto.
Per questo motivo il legame tra corpo e casa è fortissimo: entrambi gli spazi parlano lo stesso linguaggio, in linea generale possiamo affermare che se ci si trova in un momento personale di confusione mentale, di scarsa chiarezza decisionale, anche l’ambiente dei casa presenterà analogie, attraverso accumuli, arredi disorganizzati, percorsi poco fluidi ecc…
Se a livello emotivo si percepiscono dei vuoti o delle paure di trovarsi impreparati e si tende ad accumulare peso per colmare quei vuoti, anche in casa si avrà la tendenza ad accumulare e a non buttare via nulla, aggravando la situazione di disagio fisico, mentale ed emozionale, senza risolvere il problema alla radice e spesso percependolo come normalità e non riuscendo a rendersi conto del peggioramento emotivo che può comportare per la persona. Si favorisce così lo sviluppo di una condizione di blocco emotivo con sentimenti di impotenza e incuria che non favoriscono l’attivazione ad avere attenzione verso la propria salute e la cura di sé perché non favoriscono la fiducia e l’attivarsi verso il chiedere aiuto e fare evolvere il sentimento di malessere che si prova.
I primi risultati sono molto incoraggianti, e il fatto stesso che siano state così ben accolte da medici e pazienti in un contesto di carattere istituzionale è un segnale tanto positivo. Il progetto nasce dall’idea che essere organizzati non significa essere perfetti o avere una casa da rivista tutta ordinata, significa riconoscere delle priorità e ottimizzare spazio e tempo per dedicarsi alle esperienze appaganti della vita. Il decluttering e l’organizzazione sono strumenti molto importanti, perché gli accumuli disordinati e la disorganizzazione sono il segno di blocchi emotivi. Il decluttering è un metodo strutturato che aiuta ad individuare ed a risolvere le cause dell' accumulo, non si limita a dare trucchetti e consigli, ma fornisce strategie concrete affinché la persona posa iniziare un percorso di alleggerimento dei propri spazi di vita.
Il progetto è nato dalla voglia di aiutare agli altri a capirsi, a crescere e a trovare il benessere. Presso il CONC è stato possibile trovare persone la cui attenzione è già rivolta al corpo, ai suoi meccanismi, al suo legame con la mente e con gli eventi della vita e ciò ha permesso di creare un contesto fertile in cui portare il discorso del rapporto spazio-mente, corpo-casa, e al contempo sostenere qualcuno che si sta impegnando a migliorare le sue condizioni fisiche e mentali.
Qual è la connessione tra decluttering e obesità? La connessione è forte soprattutto intorno all'argomento dei “pieni e vuoti”, così nello spazio come nel corpo, aspetto che viene analizzato dagli psicologi di clinica durante la degenza. L’obesità può essere legata a patologie più prettamente fisiche come una disfunzione ormonale, ma al di là di questo, le cause psicologiche che ci spingono a “riempirci” di cibo sono le stesse che ci spingono a “riempirci” di oggetti che non utilizziamo. In modo simile, gli ostacoli che si incontrano quando si cerca di perdere peso sono simili a quelli che si incontrano quando bisogna lasciare andare gli oggetti “protettivi”. Trattare parallelamente i due aspetti, quindi, può facilitare molto il miglioramento su entrambi i fronti. Quando si alleggerisce il corpo si adotta un nuovo stile di vita per creare una “nuova identità” fisica e psichica. Se lo spazio in cui si vive rimane inalterato, continuerà a riflettere gli errori e i blocchi dell’identità precedente, remando contro a tutto il lavoro fatto in clinica. L’obiettivo, quindi, è spiegare ai pazienti come un nuovo stile di vita fatto di movimento, dieta e nuove abitudini di vita necessita di uno spazio che dopo esser stato liberato e alleggerito venga adeguatamente organizzato.